La leggenda che diede a Sant'Erasmo la sua bandiera e' collegata alla storia del convento di Santa Caterina, dove abitò e scrisse le sue opere Bonvesin de la Riva. Il corvo, simbolo della contrada, ricorda infatti il nero volatile che secondo la tradizione si recava ogni giorno in visita dagli eremiti raccolti in preghiera all'interno dell'ospizio.
La leggenda narra che dal convento ogni giorno sparissero dei pani destinati alla mensa frugale dei frati. I frati disposero un servizio di guardia e fu così che videro un corvo prelevare un pane.
Seguendone il volo, i frati videro che il corvo si dirigeva verso una piccola altura sulla quale vi erano tre anziani che, al giungere del corvo presero il pane e lo divisero benedicendolo. Li consumarono serenamente, mentre il corvo si riposava dal volo al centro della tovaglia.
Vicino all'altura c'era una piccola cappella con l'immagine di Sant'Erasmo e visto il prodigio, i frati aiutarono i tre anziani e così ebbe inizio la costruzione del primo Ospizio che come bandiera ebbe l'immagine del corvo con le ali azzurre sulla tovaglia bianca.
L'esistenza dell'ospizio nella storia e' confermata da scritti risalenti al XIV secolo, ed e' probabile che a fondare l'edificio, diventato poi teatro della leggenda, sia stato lo stesso Bonvesin de la Riva.
La piccola chiesetta dedicata al santo sorge sulla statale del Sempione ed e' stata costruita sui resti di un tempietto medioevale: al suo interno e' conservata una preziosa pala d'altare attribuita a Benvenuto Tisi, detto il Garofalo.
La bandiera di Sant'Erasmo e' azzurra e bianca, colori che rappresentano rispettivamente il cielo e la carita', l'amore e la saggezza.
Storia del Santo |
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Fu Vescovo di Formia: la sua passione, che non ha fondamenti storici, lo vuole oriundo di Antiochia e vescovo di quella città, dove lo colse la persecuzione, per cui si nascose sette anni in una caverna sul monte Libano, dove fu sfamato da un Corvo. Tornato in città, arrestato e tormentato in molti modi, non cedette e fu incarcerato. Miracolosamente liberato, andò nell'Illirico, più precisamente in Dalmazia, dove operò moltissime conversioni: quattrocentomila persone, moltissime delle quali furono subito martirizzate. Lui stesso patì molti tormenti: gli piantarono chiodi sotto le unghie, lo bruciarono con ferri incandescenti e lo cosparsero d'olio bollente; infine, fu incarcerato nuovamente. Lo liberò l'arcangelo Michele, che lo portò a Formia, dove dopo sette giorni morì in pace. Nell'842 Formia fu distrutta dai Saraceni e le reliquie di Erasmo furono traslate a Gaeta, dove furono poi rinvenute nel 917: allora Erasmo fu proclamato patrono della città. Fu annoverato fra i quattordici Ausiliatori e invocato contro le epidemie; i marinai lo venerano con il nome di Elmo. Essi ricordano una tradizione per cui un giorno, mentre pregava, un fulmine gli cadde vicino, mentre il cielo sopra lui era limpido: i marinai lo invocano perchè gli alberi non attirino i fulmini, e chiamano 'Fuochi di Sant'Elmo' i piccoli fuochi fatui che serpeggiano lungo gli alberi e annunciano tempesta. Come patrono dei marinai, ebbe come emblema un argano con una gomena arrotolata, che avrebbe indotto in errore la gente di terra, che conoscendo lo strumento, avrebbe pensato che con quell'arnese gli avessero tolto gli intestini, arrotolandoli. Comunque sia, il particolare tormento di Erasmo è diventato il modo più comune di rappresentarlo dopo il secolo XIV. Patrono della Campania in Italia, protettore dei marinai; per i chiodi, patrono di chi li fabbrica; le corde degli strumenti musicali sono fatte con gli intestini e, per questo, patrono dei liutai e dei fabbricanti di strumenti a corde; per il movimento dell'argano, patrono dei tornitori, e dei tessitori. Per il supplizio attribuitogli, invocato contro i dolori del parto. E' invocato contro tutti i dolori di stomaco e addominali, e gli esaurimenti dei bambini. E' rappresentato come vescovo e suoi attributi principali sono le insegne vescovili e l'argano; altri attributi sono i chiodi sotto le unghie. Il cosiddetto fuoco di Sant'Elmo è una scarica elettro-luminescente provocata dalla ionizzazione dell'aria durante un temporale, all'interno di un forte campo elettrico. Prende il nome dal santo patrono dei naviganti, che consideravano la sua comparsa di buon auspicio. Il nome è dovuto al fatto che il fenomeno spesso appare sulla testa dell'albero maestro delle navi durante i temporali in mare. Una leggenda narra, inoltre, che quando il Santo venne arso vivo, sulla cima della pira del rogo si vide comparire una fiamma bluastra, ritenuta dai presenti l'anima del Santo che si innalzava al cielo. Sant'Erasmo è il patrono dei seguenti comuni italiani : Bassiano (LT) - Capaci (PA) - Castel Goffredo (MN) copatrono Civitella -Messer Raimondo (CH) - Corbara (SA) copatrono - Formia (LT) copatrono - Gaeta (LT) copatrono - Jerzu (OG) - Monte Argentario (GR) copatrono - Reitano (ME) - Roccagorga (LT) - Santeramo in Colle (BA) - Torrecuso (BN) copatrono. |